I nodi sono il segno lasciato da
un ramo che si è prolungato all’interno di un fusto. I nodi nascono dal
midollo. Anche i rami si sviluppano con lo stesso metodo del fusto aggiungendo
anno dopo anno un anello di legno stratificato. Le fibre sono normalmente poste
ad angolo retto rispetto al fusto, e al centro del ramo scorre il midollo in
corrispondenza del quale il ramo finisce a punta.
I nodi, che vengono alla luce
quando un ramo cade o quando a un fusto vengono tolti i rami, possono essere
sani, cadenti o morti.
Sono sani quando sono legati
perfettamente alla pianta o alla tavola (nel caso in cui il fusto è già stato
tagliato). Sono cadenti quando non restano legati alla pianta, e sono morti
quando sono rimasti legati alla pianta ma sono diventati neri o scuri perché
attaccati da funghi.
La presenza più o meno fitta di
nodi va ad influire sulla lavorabilità o meno del legno. Essendo il nodo molto
duro, meno nodi ci sono più lavorabile è il legno e viceversa. Se i nodi sono
piccoli non c’è normalmente riduzione di lavorabilità o di resistenza meccanica
(nel caso di legno strutturale). Ma se i nodi hanno una dimensione che va oltre
il 1/3 della larghezza del legno allora il legno potrebbe risultarne
indebolito. La resistenza dipende anche dalle fibre, e dalla direzione. Più
sono diritte e più la resistenza ne risulta migliore. Comunque la presenza di
nodi in se non rappresenta un decremento della resistenza del legno, però nel
caso in cui non raggiungano le dimensioni già citate, e lavorino nello stesso
senso delle fibre, ovvero nel senso longitudinale nel caso di una tavola o una
trave. Anzi piccoli nodi possono anche incrementare la resistenza perché
impediscono fessurazioni longitudinali.
Esteticamente i nodi possono
rappresentare, specialmente nel legno rustico e invecchiato un motivo di pregio
perché rendono il legno molto più vissuto.
No comments:
Post a Comment